LA FANTASIA AL POTERE
di Alice Garofalo
Il curriculum gonfiato di Giuseppe Conte, il Presidente del Consiglio proposto dall’alleanza M5S e Lega, è solo l’ultima notizia arrivataci in questo ambito. Infatti, tra i tanti suoi colleghi politici, e di curriculum eccezionali, ricordiamo anche Giannino che non ha mai studiato a Chicago, la D’Alessandro la quale lavorava come economista con la Cdu in Germania… ma lo sapeva solo lei, e la Fedeli, ma probabilmente il suo è stato solo un errore di distrazione e al posto di “diploma” ha scritto “laurea”.
Mi ricordano (o forse no) quei ragazzi che si laureano a pieni voti nelle università italiane e poi faticano a trovare lavoro perché in pochi rischiano ad assumere qualcuno alla prima esperienza lavorativa. Così, dato che in Italia le menti giovani appassiscono dietro ad anni di quella “pratica” che tutti richiedono e nessuno lascia fare, molti provano a cercare lavoro all’estero come l’ennese Elisa Di Gangi e il bergamasco Mario Galizzi che hanno ideato “Furnys” la loro startup made in Australia, paese finanziatore dell’impresa: una piattaforma che mette in contatto persone che vanno e vengono dalle città, per facilitare il commercio privato di second hand forniture. Menti brillanti che con un po’ più di possibilità qui in Italia non avrebbero avuto motivo di lasciare casa.
Il punto è che chi va a studiare all’estero o a cercare lavoro fa di tutto per restarci, dato che qui il Paese è guidato da chi studia come gonfiare un curriculum.
Tuttavia, mentre da una parte le aziende richiedono esperienza ma non vogliono i vergini lavorativi, creando un cane che si morde la coda, dall’altra gli psicologi del lavoro hanno ideato molte modalità innovative per sottoporre a colloquio i candidati ad un posto di lavoro; queste modalità prendono certamente in considerazione il curriculum, ma solo perché servono ad indagare ben al di là di esso, acquisendo informazioni vere sulle potenzialità e capacità dei candidati. Sarebbe ora, per il bene dell’Italia e degli Italiani, che questa modalità diventasse prassi. Magari anche per la selezione della classe politica.
In fondo tutti dovremmo andare oltre quello che c’è scritto su un pezzo di carta, vedere la sostanza! Prendiamo ad esempio i nostri politici: gli diamo degli incapaci e degli imbroglioni ma sapete quanta immaginazione, inventiva e spirito di iniziativa ci vogliono per scrivere un curriculum vitae di dodici pagine?
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